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Smarginando. Festival Migrante. Due vite, due sguardi diversi dell'arte contemporanea

"Smarginando. Festival Migrante" porta in città diversi eventi per ripercorrere la storia della migrazione italiana. L'ideazione e la realizzazione è a cura di Leila Maiocco

Smarginando - Festival Migrante

Due vite, due sguardi diversi dell’arte contemporanea. Le fotografie di Uliano Lucas e i filmati di Gino Brignolo. 
Sala Punto d’Incontro COOP, Via Merano, 20 – Sestri Ponente
Venerdì 14 ottobre 2022

Sebbene la grande migrazione interna in Italia, tra gli anni Cinquanta e Settanta del Novecento, compendi in sé alcune delle più importanti trasformazioni della società, non furono molte le indagini sociali condotte e pubblicate negli anni dell’apice del fenomeno e ancora molto rimane da scrivere. Il compito di raccontare le vicende dei «terroni in città» - come recitava il titolo provocatorio del libro di Francesco Compagna - venne prevalentemente lasciato ai quotidiani, alla televisione e al cinema. È un materiale vasto e interessante che non è stato ancora studiato con attenzione e che può aggiungere importanti dettagli alla storia di quegli anni. È un racconto parallelo, una sorta di controcanto, come i fotoreportage di Uliano Lucas e i filmati del cineamatore Gino Brignolo conservati al MEI. 

Venerdì 14 ottobre alle 17.00 nella Sala Punto d’Incontro COOP di Via Merano a Sestri Ponente – Genova, si terrà un incontro per raccontare alcune sezioni della collezione permanente dedicata alla fotografia ed emigrazione presente al MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Nazionale. Parteciperanno Uliano Lucas, noto fotoreporter, e Silvio Brignolo, figlio di Gino Brignolo, ex partigiano e videoamatore torinese. A parlarne con loro Dario Basile, giornalista e professore all’ Università di Torino, Pierangelo Campodonico, Direttore Istituzione Mu.MA, modera il dibattito il giornalista Andrea Castanini.

Saranno inoltre presenti Tiziana Cattani, Direttrice Soci e Consumatori Coop Liguria, e Paola Leoni, Archivio Leoni – Mu.MA.


Ne discutono:
Uliano Lucas – fotografo
Dario Basile – giornalista – professore dell’Università di Torino
Silvio Brignolo – figlio di Gino Brignolo, ex partigiano e videoamatore torinese
Pierangelo Campodonico – Direttore Mu.MA

con
 
Andrea Castanini - giornalista

 

Uliano Lucas
Nato a Milano nel 1942, Uliano Lucas cresce nel clima di ricostruzione civile e intellettuale che anima il capoluogo lombardo nel dopoguerra. Ancora diciassettenne, inizia a frequentare l’ambiente di artisti, fotografi e giornalisti che vivevano allora nel quartiere di Brera e qui decide di intraprendere la strada del fotogiornalismo. Con le sue campagne di documentazione degli anni Settanta e Ottanta indaga le realtà e le contraddizioni del suo tempo, tra queste l’immigrazione in Italia e all’estero di cui una selezione è presente nel percorso espositivo del MEI.
Nei decenni successivi continua a raccontare i diversi volti della realtà, con servizi sull’attualità e sul mondo dell’arte e della cultura, reportage e libri, con inchieste di ampio respiro condotte insieme a giornalisti, sociologi e storici.
Uomo colto e visionario, coniuga l’impegno di conoscenza e di analisi con una speciale capacità narrativa ed evocativa. 
  
Gino Brignolo
Ex partigiano, nasce a Torino nel 1921. Lavora dapprima alla Fiat Grandi Motori e successivamente all’INPS. Si appassiona alle riprese dopo essersi iscritto a un circolo ricreativo di fotografia. Nel 1956 acquista la sua prima cinepresa 8mm e, da subito, incomincia a filmare la città. Riprendere è la sua passione, ma non è il suo mestiere e colleziona ore di straordinario per comprare le pellicole. Autoproduce completamente i suoi filmati: un grosso armadio di casa diventa il suo laboratorio, dove inserisce la macchina per montare e la titolatrice. Negli anni del boom migratorio, capisce che in città sta avvenendo qualcosa di importante e, per questo, la mattina si reca alla stazione di Torino Porta Nuova e riprende, con la sua telecamera nascosta in una borsa bucata, gli immigrati che sbarcano in città con il «Treno del Sole». Le sue immagini un po’ sgranate sono di enorme impatto emozionale e hanno un grande valore storico.