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Domenica del Corriere con la tragedia del Titanic

Tragedie per mare

Tra Ottocento e Novecento la nave è l’unico mezzo per gli spostamenti di lunga durata. I viaggi per mare sono spesso lunghi e travagliati: guasti, intemperie, malattie e condizioni sanitarie precarie rendono le traversate molto pericolose. In molti partono via mare non facendo più ritorno.
 

Nella notte del 24 novembre 1880, l’Oncle Joseph, con 350 emigranti a bordo, urta l’Ortigia e affonda in soli otto minuti, muoiono 320 persone. Qualche anno dopo, nel 1888, il piroscafo Sud America sta ritornando a Genova quando entra in collisione con il bastimento France, i morti sono 80.

Il Carlo R parte da Napoli nell’estate del 1894, a bordo circa 1400 emigranti, destinazione Rio de Janeiro. Tra i passeggeri si diffonde il colera, la nave non attracca e il comandante torna verso Genova. La situazione peggiora: si diffonde anche il morbillo. I morti sono più di 200.

Nel 1898 il Bourgogne entra in un fitto banco di nebbia, il comandante non rallenta e la nave colpisce un veliero in acciaio, il Cromartyshire. Una sorte simile coinvolge 365 persone sul Sirio che, per un’errata valutazione del comandante, il 4 agosto 1906, finisce nella secca “Bajo de Fuera” nelle isole Hormigas.  Anche il disastro del Titanic, avviene per un errore del timoniere: a bordo non ci sono molti italiani, ma tra gli imbarcati si salvano Emilio Portaluppi e Argene Genovesi.

Durante gli anni della guerra, alcune navi finiscono nel mirino degli attacchi: il piroscafo Ancona, nel 1915, affonda sotto ai colpi di cannone di un U-38 causando la morte di 206 persone. L’Arandora Star, invece, è una nave prigione sovraffollata e nell’estate del ’40 incrocia un sommergibile tedesco: si incrina e i soccorsi tardano ad arrivare, i morti sono 808, tra loro 446 italiani.

Anche la mancata manutenzione miete vittime. L’ultimo viaggio del Principessa Mafalda il 25 ottobre 1927 è disseminato di piccoli incidenti e avarie. Quando l’elica si sfila trascinando con sé l’asse di supporto si imbarca molta acqua. La nave è vecchia e le scialuppe non funzionano come devono, le vittime sono dalle 314 alle 324. Una tempesta con vento fortissimo e onde alte sorprende la motonave Orazio causando una serie di esplosioni a bordo; solo il giorno dopo arrivano i soccorsi. Si contano circa 114 vittime.

Linea del tempo

  1. 1880

    La notte del 24 novembre, l'Oncle Joseph urta l'Ortigia e affonda in pochi minuti.

  2. 1888

    Il piroscafo Sud America lungo il viaggio di ritorno entra in collisione con il bastimento France.

  3. 1894

    Il Carlo R parte d'estate da Napoli, imbarca alcuni passeggeri malati di colera e successivamente si diffonde anche il morbillo.

  4. 1898

    Il Bourgogne entra in un fitto banco di nebbia, il comandante non riesce a rallentare, urta un veliero in acciaio.

  5. 1906

    Il Sirio, per un'errata valutazione del comandante, finisce nella secca "Bajo de Fuera" nelle isole Hormigas.

  6. 1912

    Per un errore del timoniere, il transatlantico Titanic entra in collisione con un iceberg.

  7. 1915

    Il piroscafo Ancona nel 1915 affonda sotto ai colpi di cannone di un U-38.

  8. 1940

    L'Arandora Stars è una nave prigione sovraffollata, nell'estate del '40 incrocia un sommergibile tedesco incrinandosi e affondando.

  9. 1927

    L'ultimo viaggio del Principessa Mafalda è costellato da avarie. L'elica si sfila e la nave imbarca molta acqua.

  10. 1940

    Una tempesta con vento fortissimo sorprende la motonave Orazio causando una serie di esplosioni a bordo

Articolo sul "Corriere della Sera" che riporta l'incendio della motonave Orazio (Credits: Archivio "Corriere della Sera", 23/01/1940)
Il disastro del Sirio nell'illustrazione della "Domenica del Corriere" (Credits: Archivio "Domenica del Corriere")
Il piroscafo Arandora Star